Storia del calcio AICS a Lucca – prima puntata

Vecchio logo AICS

Il nostro corrispondente all’estero, Gigi da Severino, ci racconterà la nascita dell’AICS (e del calcio amatoriale) a Lucca, risalente al lontano 1982. Ecco la prima puntata, buona lettura!

Lisboa, 7 luglio 2020

Tra poco, al Palacio de Sao Bento arriverà Conte. Non Antonio, che sarebbe potuto venire qui per le final eight ma, fuori da tempo anche da questa Coppa, dovrà accontentarsi di rimproverare in televisione tutto il resto del mondo all’infuori di se stesso, addebitandogli i propri insuccessi.

Bensì il nostro amato Giuseppi, che presso la sede del Parlamento, scrive 24 Ore, incontrerà il primo ministro portoghese Antonio Costa, per poi volare a Madrid da Pedro Sanchez “per consolidare il fronte antifrugali sul Recovery Fund” intestandosi naturalmente il merito di averlo fatto nascere lui, potrei aggiungere io, maliziosamente.

Del resto, a Lisbona, essere frugali è assai difficile. Ieri sera, per esempio, in Escolas Gerais, dove al Ti Natercia ho mangiato affresco di bacalhau sino a scoppiare; come capita spesso qui, dove vivo da ormai quasi un anno, fresco pensionato di quota 100. Che non ne avranno indovinate molte, i giallo-verdi, ma per la sensibilità dimostrata verso i lavoratori ultra sessantenni, soprattutto se pubblici dipendenti, sfiniti da anni di decreti, ordinanze, cittadini imbufaliti e amministratori senza idee, meritano nella circostanza la sufficienza piena.

Si dice che qui vivano circa 10 mila pensionati italiani. Confesso di non saperlo, visto che non li frequento e che sono scappato dall’Italia anche per non dover conversare con i pensionati; sono rimasto pertanto assai sorpreso dall’apprendere da uno dei pochi che mi conoscono che dall’Italia mi stavano cercando da giorni. Ho chiamato il numero che Margherita, la ragazza che mi stava cercando, aveva lasciato come recapito. L’ho fatto perché aveva detto al mio conoscente di essere la figlia di un mio caro amico di gioventù.

Il mio nome glielo aveva fatto il suo babbo Pier Luigi, avvisandola che probabilmente non mi sarei fatto trovare, o avrei comunque detto no alla sua richiesta. “Il Comitato AICS di Lucca vuol pubblicare un nuovo magazine, di arte, cultura, sport , dove raccontare cosa merita di essere raccontato tra quanto accade in città. Il magazine è figlio della storia del Comitato, fatta di innovazione e sperimentazione”. Ha esordito. “La rifondazione del Comitato, mi ha raccontato il mio babbo, nasce dall’idea di un nuovo modo di fare calcio amatori, del quale voi due, mi ha detto, siete stati protagonisti. Ha voglia di raccontarcela?” ha concluso.

“Per la verità, eravamo tre amici al bar”, le ho risposto, “tuo padre fa sempre confusione, con i ricordi. E il terzo, Agostino, era quello che ebbe per primo l’idea”. E “dato che il tuo babbo pensava che non l’avrei mai fatto, ho deciso invece di stare al gioco, e di cominciare con oggi a raccontare la storia di come nacque il calcio amatori dell’AICS”, ho concluso a mia volta, ormai quasi un mese fa.

“Con i pensionati ci vuole tempo e pazienza” le ho scritto l’altro giorno, quando mi sollecitava a mantenere la mia promessa.” Eccoci qua.

4 settembre 1982, sabato, Santa Rosalia, si gioca la prima delle 38 edizioni del Torneo di calcio amatoriale “Il Castello di Nozzano”, nel calendario del Settembre lucchese. Il sole è alto, il tempo è caldo, arrivano folate di vento fresco dal mare. Otto le squadre partecipanti, che ci è voluto più di un mese a metterle insieme. Con il lavoro congiunto di Agostino Grande, ex dirigente UISP, nuovo Presidente dell’AICS di Lucca, di Pier Luigi Ferrenti, sino al maggio precedente ambizioso centrattacco, universitario di lungo corso, da luglio fresco sposo e ancor da prima in attesa di prole, e del sottoscritto, arbitro sospeso dai ranghi federali perché accusato di aver preso a schiaffi uno spettatore entrato senza permesso nel recinto degli spogliatoi. Un lavoro reso più facile dall’entusiasmo che ci si portava addosso in tutta quell’estate: la notte mundial del Santiago Bernabeu, in quell’11 luglio che io e il babbo di Margherita concludemmo fradici, di birra e di acqua dentro la fontana di Piazza san Martino.

Il torneo lo vince con merito il Monte scendi, che arriva in finale per una irregolarità degli avversari più accreditati, la squadra del Pontetetto. “Squadra maschia e determinata” avrebbe potuto definirla un cronista dell’epoca. Furono botte da orbi, e mi ci volle tutta a finire la partita. Si, avevo esordito forzatamente come arbitro la settimana prima, in semifinale, viste le premesse del girone eliminatorio. “Vai te” aveva detto Agostino,” e se fanno casino buttali fuori tutti”. Fu un modo per accelerare la fine della mia carriera di promessa del fischietto: proprio tutti fuori non li buttai, solo il numero giusto per non chiudere la gara prima del tempo. Si venne a sapere, e i dirigenti federali presero la palla al balzo.

Montescendi

Gli arbitri: oltre a questa mia prestazione estemporanea, il torneo fu diretto da Luigi detto la talpa, Antonio e Ranieri usciti dall’UISP, protagonisti anche della prima discussione su chi doveva dirigere la finale, l’Angeli che per l’occasione si era rimesso la giacchetta lasciata anni prima e Fabrizio, che veniva da Pisa e mi dicono ancora oggi, quasi quarant’anni dopo, sia ancora in attività.

Tra i giocatori, ne ricordo tre che ancor oggi so che scendono in campo: l’allora ventenne Massimo Mariani, miglior giocatore del torneo e negli anni seguenti tra i migliori calciatori lucchesi. Bobo Piegaia e Lure Marraccini: colonne dell’Aquila Nozzano Bar La Ciocca, la prima delle dieci squadre a iscriversi al primo campionato amatori AICS. Cominciò in novembre, ma ve lo racconto la prossima volta.

Pontetetto

(fine della prima puntata)

Autore dell'articolo: Gigi di Severino

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