Recensione del libro The Warehouse
Mi ritengo un buon lettore. In un anno riesco a leggere trenta libri o giù di lì. Alcuni sono dei miei scrittori preferiti e quindi vado sul sicuro, in alcuni casi è una dritta di un amico o del mio libraio preferito, in altri è il caso che ci mette lo zampino. Quando entro in libreria e non ho in mente cosa comprare mi faccio chiamare dal libro e al 99% posso dirvi che il libro che porto a casa dentro il sacchetto è quello giusto. In pochissimi casi è quello perfetto. “The warehouse” è uno di questi ultimi. Entrato, chiamato dal libro, preso, pagato, uscito dalla libreria, tornato a casa e letto in una settimana.
Il libro è stato scritto da Rob Hurt ed è uscito nel 2019 per la casa editrice DeA Planeta. Hurt riesce a coinvolgere il lettore trasportandolo nelle vite dei protagonisti (Paxton, Zinnia e Gibson) che si raccontano in prima persona. Il racconto di ogni protagonista si alterna seguendo una linea temporale e il ritmo invoglia a girare la pagina per scoprire cosa accadrà. Così entri facilmente nel mondo descritto nel libro. Un futuro vicino? Un futuro che mette un po’ paura? Dimenticate il mondo che conosciamo oggi: esiste Cloud, una megacorporation leader nella vendita di qualsiasi cosa, che ha divorato in poco tempo il mercato globale. Andando avanti nella lettura scoprirete che tutto non è come sembra. Il libro ci mette di fronte ad un mondo che è diventato prigioniero dell’avidità (allora forse non è molto lontano dal mondo di oggi!).
Quel che mi è piaciuto particolarmente è la descrizione dei personaggi attraverso la loro voce narrante in prima persona. Mi sono affezionato a Paxton che si ritrova lì perché proprio Cloud gli aveva fatto perdere il lavoro. Mi sono appassionato a Zinnia e al perché lei invece si trova dentro Cloud. Meno a Gibson rappresentante del potere che mangia e schiaccia tutto il resto. Sono stato catapultato in un mondo dove gli ordini non ti concedono di pensare. È un libro che ti mette di fronte anche alle scelte che a volte qualcuno, e qui si parla del mondo attuale, non può permettersi di fare.
Per la cronaca, i diritti per la trasposizione cinematografica se l’è presi Ron Howard (autore tra gli altri di A beautiful mind, Apollo 13).
Buona lettura.