Lisboa, 22 agosto 2020
Sono giorni di calcio importante, questi di Lisbona, come la città non ne ospitava da tempo. Tutti qui aspettavano Ronaldo, ma come sai, cara Margherita, o come meglio sa il tuo babbo, l’attesa è andata delusa. Non piove da tempo, a Lisbona, ma dopo la partita tra la Juve e il Lione, è stato come se sul popolo bianconero (anche qui, tra i pensionati italiani, ampiamente rappresentato) si fosse abbattuto un temporale.
L’occasione era ghiotta, e non ho voluto far mancare il mio sberleffo: ho inviato a tuo padre, per corriere, il biglietto della gara che si terrà domani all’Estádio do Sport Lisboa: taroccato, naturalmente. E’ valido per la sfida tra Juventus di Torino e Internazionale di Milano, e dato che c’ero ho fatto le cose per bene: il biglietto-invito, nominativo, è utilizzabile da due persone; così possono andare a vederla lui e il Santerini, che aveva già comprato le trombette per festeggiare la beneamata, la partita che non c’é. E Massimo Santerini potrà anche farsi consolare, da uno che le finali è assai abituato a perderle, per la finale persa ieri sera dall’Inter.
Per farmi perdonare, con il biglietto ho inviato a tuo padre anche una copia di “Juventus, storia di una passione italiana” (ed. Utet), di Aldo Agosti e Giovanni De Luna. Un gran bel libro, dove si racconta la storia della squadra più amata e, allo stesso tempo, più odiata d’Italia e le sue profonde connessioni con la storia del Paese.
La mia piccola storia ha ambizioni più modeste, anche se il calcio dell’AICS ha profonde connessioni con la storia sportiva e sociale della città di Lucca, e di buona parte della sua provincia; storie e connessioni che mi piacerebbe aver tempo per raccontare.
Comunque; il secondo campionato amatori comincia a fine ottobre 1983. 20 le squadre iscritte, il doppio dell’anno precedente, a testimoniare il successo che l’idea di un nuovo campionato amatori in città, con poche formalità per iscriversi, zero burocrazia per parteciparvi, contatto diretto e quotidiano con i suoi protagonisti, centinaia di appassionati che avevano opportunità per divertirsi, aveva avuto.
Non era facile immaginarlo, a Lucca c’erano già tre campionati amatori: lo storico “Città di Lucca” inventato dal mitico Marzi, che poi diventerà il campionato dell’US ACLI; il campionato amatori del CSI e quello della UISP. Tutti tornei che con il tempo hanno smesso di disputarsi.
Dal 14 al 17 aprile del 1983 a Paestum, si era intanto celebrato il sesto Congresso nazionale dell’AICS: “Insieme per costruire il futuro”. Gianni Usvardi è riconfermato alla presidenza nazionale, Gigi Godini è eletto nel Consiglio Nazionale in rappresentanza del Comitato di Lucca. Che, intanto, nel marzo precedente, aveva eletto il suo nuovo presidente e un nuovo consiglio direttivo: dopo una decina d’anni, Gigi Godini passava la mano, e presidente veniva eletto Agostino Grande, l’artefice del nuovo campionato di calcio.
Tuo padre era stato nominato responsabile del settore calcio, e così andò a giocare nel campionato della UISP. Io cominciai la mia carriera di “giudice sportivo”. Tu che sei quasi avvocato, mi dissero (in realtà mi ero anni prima iscritto a Giurisprudenza, mollando dopo solo un paio di esami, ma stavo sul vago) potresti dare una mano.
Il martedì tornavo a Lucca per i miei impegni, e con Attilio Loscalzo, nella sede che era allora in Corte Campana, sopra una mescita di vino, esaminavamo i rapporti arbitrali: squalifiche sempre misurate, da inguaribili garantisti. Poi al Penny, a finire la serata con pizza e birra scura: il nostro compenso per il lavoro svolto.
Il 1983 è anche l’anno in cui Borg si ritira dal tennis dopo aver vinto 5 Wimbledon di seguito, si conclude il processo Moro con l’ergastolo ad una trentina di imputati, scompaiono Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi e Bettino Craxi diventa Presidente del Consiglio. Il Sindaco di Lucca, ormai dal lontano 1975, è Mauro Favilla (lo sarà sino all’84, e poi di nuovo nel 1988 e infine dal 2007 al 2012).
La Roma vince il Campionato di serie A, la Juventus perde un’altra finale di Coppa Campioni che l’anno dopo perderà anche la Roma. Nel successivo campionato 1983/1984, vinto di nuovo dalla Juventus, che vincerà anche la Coppa delle Coppe contro i portoghesi del Porto, gli spettatori della massima serie possono veder giocare Platini, Falcao, Zico e, dal luglio ’84, Maradona….
Nel calcio dell’AICS, le 20 squadre iscritte al campionato 1983/1984 si accontentano di meno. Prendo ancora in prestito le preziose statistiche dell’attuale responsabile del settore calcio, tuo zio Francesco, per sintetizzare quel campionato. Si ritira il 49ers, 9 le conferme e 11 le nuove squadre iscritte: tra queste un’altra che proviene dalla provincia di Pistoia (il Pietrabuona), una dalla provincia di Pisa (il Filettole) e altre quattro squadre dell’Oltreserchio (Carignano, Santa Maria a Colle, Bar Papino e Mary Bar).
A leggerli ora, i nomi delle squadre e dei tanti bar di paese che davano nome alle squadre, quanta nostalgia: molti sono scomparsi e i loro gestori deceduti, e la vita di paese, che si racchiudeva intorno ai suoi bar, e i bar erano i luoghi dove si cresceva, si rideva, ci si raccontava le storie di vita, si piangeva, è ora tutta un’altra vita.
Le partecipanti al campionato sono divise su due gironi di 10 squadre, e le prime quattro di ogni girone disputano i play off. A vincere il campionato è l’Aquila Nozzano Bar la Ciocca: 2-1 dopo i tempi supplementari nella finale contro il Fratres San Gennaro. Al terzo posto il Carignano, 2-0 sul Circolo MCL Balbano FPM. Capocannoniere è Andrea Dinelli del Nozzano (24 reti) davanti a Stefano Morelli del Carignano (22 reti) e Piero Michelini del San Gennaro (17 reti). Il capocannoniere dell’anno precedente, Nicola Pazienza, passato al Santa Maria a Colle, chiude quarto con 15 reti. La coppa Disciplina è vinta dalla Pizzeria il Trenino, davanti agli Estudiantes (zero vittorie e solo 5 reti all’attivo) e al San Gennaro.
13 gli arbitri impiegati nel campionato: esordiscono arbitri provenienti dalla Federazione e da altri enti (Bini, Antonetti e Bianchini) e due arbitri “fatti in casa”: Loscalzo e Tombolini. Anche tuo padre arbitra una partita (ancora per il forfait della Talpa a pochi minuti dall’inizio della gara). Io ne arbitro tre, con lo pseudonimo di “Dubois”. Mario Varsalona, con 33 presenze, è l’arbitro che dirige il maggior numero di gare, davanti a Ranieri Rossi (29) e Fabrizio Giuliani (25).
La finale si gioca il venerdì 27 aprile 1984, Santa Zita, arbitro Rossi Ranieri, assistenti Mario Varsalona e Antonio Lotumolo. Si gioca allo Stadio Porta Elisa, prima e ultima volta per una finale di calcio amatori. In tribuna coperta, sono oltre duemilatrecento gli spettatori, in una serata di tiepida primavera che Paolo Galli de “La Nazione” celebrerà l’indomani con una intera pagina di fotocronaca.
Fu un successo incredibile: tuo padre ed io (ero tornato per arbitrare la finale, ma fu meglio così) ce lo godevamo seduti a bordo campo, già pensando a come organizzarci per il campionato successivo e immaginando una sorta di “final four” in anticipo sui tempi, da giocarsi in una intera giornata al Porta Elisa. Ma al Porta Elisa gli amatori non misero più piede. Il presidente AICS di allora sostenne che fu per le vibranti proteste dei responsabili calcio di altri Enti di Promozione, ai quali il successo della serata era andato di traverso.
Ma il calcio AICS era ormai una realtà difficilmente ostacolabile: nel campionato 1984/1985 saranno 38 le squadre partecipanti. Noi tornammo al Porta Elisa l’anno dopo con i ragazzi: con Lorenzo Marraccini, in settembre, cominciammo infatti ad organizzare i campionati giovanili dell’AICS.