Roma, 22 novembre 2020
Sono passati ormai più di due mesi, cara Margherita, da quando ti ho inviato la terza puntata della storia del calcio AICS a Lucca.
Non è perché mi sono già stancato di scriverla, la storia, né l’impresa ha fatto la triste fine di tante che l’incostante che mi giudicano ha iniziato e non portato a termine. Semplicemente, dal mio soggiorno a fine settembre nelle mie due stanze con bagno e cucina affacciate su Largo di Santa Susanna, dove l’avevo scritta, non ero più tornato a Roma. E i ricordi erano rimasti lì, abbandonati dentro il computer.
Venerdì ci sono tornato. La città è ormai, di sera, vuota di turisti e puttane. Senzatetto che dormono ovunque, chiusi per Covid o chiusi per sempre i bar e i ristoranti di Via Veneto, sono passato dalla trattoria Romana di Via Rasella. In una larga zuppiera mi avevano preparato una Gricia memorabile; l’ho mangiata poi da solo appoggiato al davanzale della finestra di casa, accompagnandola con un Sesterzo Poggio Grande Sangiovese Grosso, ricordo delle mie vacanze settembrine in terre d’Orcia.
Ieri mattina presto, in una Roma spettrale, dopo aver incontrato solo cani a passeggio, ho fatto una bella e ricca colazione alla Pasticceria Dagnino, in Galleria Esedra, in compagnia di una vecchia amica dell’AICS di Roma che non vedevo da tempo. L’ho ritrovata lì, con arancini e cane d’ordinanza, e mi ha dato gioia, e poi con i suoi racconti tanta allegria triste, quasi un “Vedi cara” gucciniano di cui di questi tempi, però, non sentivo proprio il bisogno.
Stamani, messo un po’ di ordine tra i file del computer, i libri sparsi per tutta la casa e il lavello pieno di piatti sporchi e puzzolenti, ho finalmente ritrovato quello che avevo scritto, l’ho ricontrollato, gli ho messo il cappello che leggi ora e che si è portato via già più di mezza cartella, e te l’ho spedito.
Da quando ho scritto la quarta puntata sono successe molte cose: il mio ritorno mordi e fuggi a Lucca per votare, l’elezione di Eugenio Giani a Presidente della Regione, la fase due della pandemia, il campionato di calcio dell’AICS appena iniziato e subito interrotto, la Toscana in zona rossa, le elezioni americane, Trump che non se ne vuole andare.
Mi sono lasciato anche con la fidanzata portoghese che mi aveva accompagnato nelle vacanze in terra senese. Ma di tutto questo ti racconterò la prossima volta, nella quinta puntata che è già quasi pronta. Domani tornerò in Portogallo e mi lascerò di nuovo alle spalle Susanna e i vecchioni, una storia che mi ha sempre appassionato, e che è stata raffigurata da più di una decina di pittori, tra cui anche Artemisia Gentileschi e il nostro concittadino Pompeo Batoni, anche lui un lucchese ”esule” a Roma, dove farò ritorno forse per Natale. Se potrò passerò anche per Lucca.
Crete senesi, settembre 2020
Arrivati ad Asciano, da dove faremo base per le nostre visite delle Crete senesi e della Val d’Orcia, abbiamo lasciato la macchina nel parcheggio dello stadio “Guglielmo Marconi”. Qui ci arbitrai la mia prima partita in terna, con due “guardalinee” (come si chiamavano allora) empolesi, ormai quarantatré anni fa.
Il campo da gioco è ora un rettangolo arido e spelacchiato, dove in una settimana che sono stato ad Asciano non ho visto giocare nessuno. E’ stato costruito uno stadio nuovo, e il vecchio impianto, nato in epoca fascista, accanto ad un fabbricato tipico dell’architettura del ventennio adibito a caserma dei carabinieri, sembra proprio abbandonato.
Dolores, la mia nuova, cinquantenne, fidanzata portoghese, ha guidato tutta la mattina, e ha dovuto sorbirsi il racconto completo di questa prima gara e dell’altra che per l’AICS arbitrai su questo campo sette anni dopo, nella stagione 84/85, quando per gran parte delle settimane vivevo a Siena. Per l’AICS di Lucca non potei così che arbitrare un paio di gare, in una stagione che fa registrare un nuovo record: con 38 squadre iscritte, in appena 3 anni, quello dell’AICS diventa a Lucca il campionato con il maggior numero di partecipanti.
Cambia ancora la formula; nasce infatti sperimentalmente una sorta di “prima serie” (11 squadre nel girone A, selezionate in base alla classifica finale del campionato 1983/84, più 3 gironi di “seconda serie”, di 9 squadre ciascuno). Ai play off di nuovo tutti insieme: 20 squadre (8 del girone A, 4 ciascuno per gli altri 3), suddivise in 4 gironi di 5 squadre ciascuno, con le vincenti ammesse alle semifinali.
I campioni in carica dell’Aquila Nozzano Bar la Ciocca disputano i play off nello stesso girone del Fratres San Gennaro. La squadra di Aurelio Russo si prende la rivincita, per poi perdere la semifinale di ritorno nei supplementari, contro il Marginone. Nell’altra semifinale, il Villa Basilica sconfigge entrambe le volte la Termoidraulica Civino. La finale si gioca allo stadio di Saltocchio, con il Marginone che vince per 2-1 e si laurea di nuovo campione provinciale. Al terzo posto il San Gennaro.
Brunello Betti del Villa Basilica, con 21 reti, è il capocannoniere del campionato, davanti a Maurizio Casini della Pizzeria Al Trenino (15 reti) e Andrea Giordano dell’Olimpica San Vito (14 reti).
21 gli arbitri scesi in campo. Per dirigere una media di 17 gare settimanali, sparse tra il sabato e la domenica, sono molti gli arbitri che devono “doppiare”. Sauro Martinelli (all’esordio, dopo anni in federazione) con 31 gare dirette è l’arbitro più impiegato. Qualche tempo dopo diventerà delegato tecnico e poi presidente del settore arbitrale. Sauro è deceduto pochi mesi fa, e non si è ancora riusciti a ricordarlo come meritava: intitolandogli una manifestazione di calcio, come da noi si deve e si usa. Alle sue spalle, con 29 gare Antonio Lotumolo e Mario Varsalona e, con 28, Carlo Bini e Fabrizio Giuliani. Una partita anche per tuo padre che con Eugenio Chelini (che fa il suo esordio nell’ottobre dell’84) e Fabrizio Giuliani è l’unico dei 21 ancora in attività!
Il campionato 84/85 è quello della prima volta per squadre che sono ancora oggi nell’AICS, come il San Marco, il Badia di Cantignano, le Querce, il Ricciano e l’Atletico Gragnano, o ne hanno fatto la storia, come il Quiesa, il Vorno, il Bar Granucci Marlia, il Badia Pozzeveri. Tornano in campo i 49ers e fa il suo esordio vincendo la Coppa Disciplina la Polisportiva Vallinella, ancora oggi affiliata con il suo impianto di tennis.
La sede del Comitato è ormai da qualche mese in Piazza del Suffragio, in locali di proprietà del Partito Socialista, grazie a Gigi Bruni, tornato a far da dirigente nell’AICS. Le riunioni si fanno nella grande stanza del Circolo Salvemini, dove il Circolo organizza incontri e dibattiti, serate piene di gente, di cultura e politica.
Mi sono venute in mente quelle serate, e quelle altre che con Gigi, Attilio e tuo padre passavo ogni volta che tornavo a Lucca, andando verso Sant’Antimo, o l’Abbazia di Monte Oliveto, o la Collegiata di San Quirico d’Orcia, e l’ho raccontate a Dolores, che con pazienza guidava e ascoltava e domandava chi fossero tutti questi miei amici d’un tempo e se davvero avessi conosciuto tutti questi uomini politici di cui aveva letto sui libri. Mi hanno dato quella stessa allegria triste dell’incontro con la mia amica romana.
Un modo per pensare a cose che mi erano care, che mi riguardavano, e mi facevano trascorrere con piacere il tempo che ci è dato da vivere. Perché, “se ci pensi bene”, come scriveva Seneca a Lucilio, “osserva: della nostra esistenza buona parte se ne va mentre operiamo malamente, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell’occuparci di cose che non ci riguardano”.
Tristezza che passa presto. A Montisi, al “Portofranco”, accanto ad una targa in marmo che ricorda che un tempo lì vi era la sezione PCI “N.Riccucci”, dove non incontriamo nessuno e le due splendide donne che gestiscono questa enoteca quasi fosse barca di naufraghi in mare aperto, ci fanno bere una bella bottiglia di Querce Bettina, Rosso di Montalcino 2016. A San Quirico d’Orcia, da “Vald’O”, Art Book and Wine, dove beviamo una bottiglia di Tagete 2019 dell’Azienda Agricola Poggio Grande: un bianco fatto con uve Roussanne in blend con uve Marsanne, come nel Rodano in Francia, in mezzo a riviste e libri di piccole case editrici indipendenti; e poi a pranzo in strada “da Ciacco”, fritto di pollo e coniglio con un Pian del Ciampolo 2016 della Società Agricola di Montevertine, che mi ricorda un altro piatto di fritto di 35 anni prima.
Allegria triste che così fa presto a tornare: nel 1985 le squadre non classificate per i play off disputano il Primo Torneo Primavera AICS. A Massa Macinaia si impone in finale il Badia di Cantignano. In campo Moreno Lombardi e Alessandro Maffei.
Sono lì per salutare tuo padre e gli amici del calcio che non vedo da qualche mese, pur essendo con loro regolarmente in contatto via fax, quando tutti i martedì, quale Giudice sportivo, invio l’elenco delle sanzioni disciplinari. Sono lì anche per salutare un caro amico, che gioca il torneo nel Badia. Dopo la partita, il terzo tempo, e festa sino al giorno dopo, gran fritto e grigliata; oggi resta il ricordo di quell’amico che non c’è più, la colazione fatta insieme alle sei del mattino al Bar Nelli, fuori Porta a Vapore, come tante altre volte, il Covid che ci chiude in casa e il calcio che ci piace che rischia di morire.
(di Gigi da Saverino)